CENTRALE AD ENERGIA RINNOVABILE
RISCALDA LA CASA E NON IL PIANETA e USA ENERGIE RINNOVABILI
RISCALDA LA CASA E NON IL PIANETA e USA ENERGIE RINNOVABILI
I motivi per munirsi di una Centrale a sola “Energia Rinnovabile” sono contenuti nella direttiva Epbd (Energy performance building directive) approvata dal Parlamento Europeo il 14/03/2023 e meglio conosciuta come direttiva “Green House”.
La direttiva contiene un dettagliato calendario di prescrizioni che fissano nei prossimi anni a ridurre in modo rilevante le emissioni degli inquinanti nell’atmosfera e l’abbandono dei combustibili fossili.
Il quadro normativo deliberato dalla Comunità Europea, suggerisce che le ristrutturazioni energetiche degli edifici, dovranno già da ora verificare la fattibilità di soddisfare i requisiti di qui sopra ed ottenere minimo la classe energetica “D”.
A tal riguardo è importante che la verifica per eseguire la riqualificazione energetica dell’edificio possa disporre dell’ “Attestato di Prestazione Energetica” eseguendo il confronto costi-benefici di ciascuna riqualificazione.
Per ottenere le stesse condizioni attuali di comfort, utilizzando solo dispositivi ad energia da “fonti rinnovabili” occorre modificare il sistema impiantistico esistente nel seguente modo:
Con il programma di calcolo Edilclima EC 700, abbiamo simulato diversi tipi di riqualificazione energetica di un edificio Condominiale in Milano con le seguenti caratteristiche:
Abbiamo simulato diversi interventi differenziati sugli impianti, confrontando le tecnologie innovative da applicare all’edificio di riferimento.
Fermo restando la consistenza volumetrica e costruttiva dell’edificio campione, gli interventi sono stati scelti in ragione della tipologia dei terminali di immissione del calore in ambiente e della tipologia dei servizi attualmente erogati, ossia:
Gli interventi di riqualificazione energetica sono stati scelti sulla base di tecnologie affidabili e diffuse, importanti anche per la definizione della nuova classe energetica dell’edificio.
Il sistema “radiante a parete” meglio risponde alla capacità di accumulo del calore della struttura muraria, attraverso l’alloggiamento di tubi di riscaldamento posti direttamente sotto intonaco, ubicati in genere sulle pareti di ciascun ambiente.
Le pareti calde contribuiscono a mantenere il “comfort” costante negli ambienti, anche nei periodi di diminuzione della temperatura esterna o durante i periodi di fermata dell’impianto di riscaldamento.
Il calore eccedente accumulato nella struttura muraria verrà successivamente restituito all’ambiente mantenendo invariate le condizioni ottimali di comfort anche dopo la fermata del riscaldamento.
La capacità di accumulo termico dei muri, che cedono e/o ricevono calore dall’ambiente, si manifesta in genere nelle prime ore del mattino, dalle 6:00 alle 8:00, coincidenti con le temperature esterne più basse della giornata.
Al riguardo, abbiamo potuto rilevare, che in caso di fermata dell’impianto, la temperatura in ambiente scende di 0,5°C circa, dopo 4 ore di interruzione del servizio, mantenendo invariate le condizioni climatiche all’interno del locale.
Nella Tab. “A”, vengono riportati i risultati delle simulazioni elaborate con il programma di cui sopra, per ottenere il migliore salto di classe energetica possibile, per ciascuno dei 6 interventi di riqualificazione energetica dell’edificio campione.
I dati riportati nella tabella, mettono in evidenza, quanto sia importante elaborare una diagnosi energetica dell’edificio, già in occasione della prima fase di riqualificazione, procedere con il confronto “costi-benefici” di ciascuna soluzione fino ad ottenere la configurazione impiantistica finale del 2035, in cui la CE ha previsto l’abbandono dei combustibili fossili.
Il salto della classe energetica più bassa si ottiene con la simulazione che prevede il sistema FER di climatizzazione così costituito: Riscaldamento+ Raffrescamento+ ACS + Fotovoltaico, adottando lo schema impiantistico che prevede il solo utilizzo di energia da fonte rinnovabile.
Le simulazioni elaborate prevedono, caso per caso, l’integrazione delle pompe di calore con l’impianto fotovoltaico che produce una quota importante del fabbisogno di energia elettrica, ciò avviene attraverso la connessione fra la rete elettrica esterna cittadina e il sistema fotovoltaico.
Al fine di garantire la continuità di funzionamento in caso di discontinuità nella produzione di energia elettrica fotovoltaica, il sistema nel suo complesso deve essere connesso anche con la rete elettrica esterna, in bassa tensione (BT) ed essere munito di autonoma “batteria elettrica di accumulo”.
Con l’installazione di quanto sopra, l’utente potrà ottenere anche i contributi governativi per le utenze auto consumatrici, ovvero quelle che producono e consumano in loco l’energia elettrica prodotta.
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